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Investimenti stranieri in Spagna nel 2017

Secondo le ultime stime incentrate sugli investimenti stranieri in Spagna, il 95% delle aziende estere manterranno o aumenteranno i propri investimenti in Spagna nei prossimi due anni.

 

Relativamente al fatturato, il 62% ha assistito ad un aumento nel 2016 rispetto all’anno precedente e il 69% crede che migliorerà nell’anno in corso.

 

I dati raccolti si riferiscono ad uno studio a cui hanno partecipato 700 imprese straniere che operano e investono attualmente in Spagna.

 

I principali clienti della Spagna nei primi 9 mesi del 2016 sono stati nell’ordine Francia (+2,9%), Germania +6,4%) e Italia (+ 9,3%), seguiti da Regno Unito (+ 8,8%) e Portogallo (+1,0%).

 

Le imprese straniere consultate considerano che i principali punti di forza dell’economia spagnola siano, nell’ordine

 

  1. ripresa economica consolidata
  2. posizione di prim’ordine per i mercati chiave in Sud Europa e in America Latina
  3. maggiore domanda interna
  4. Business climate favorevole
  5. qualità delle infrastrutture
  6. qualità della vita e del lavoro

 

 

L’immagine «low cost» non è più di moda. Italia «musa» d’eccellenza per la Spagna

L’immagine low cost non è più di moda in Spagna.

 

Marchi di moda, insegne del food&beverage, supermercati, linee aeree si reinventano per soddisfare il nuovo bisogno high profile della Spagna 2017. I posizionamenti prezzo dei prodotti rimangono in un’area low cost ma l’immagine dei brand subisce un restyling inevitabile per rispondere alla nuova esigenza, tutta spagnola, di esperienze più moderne, coinvolgenti e sofisticate.

 

Secondo gli specialisti del marketing internazionale, si tratta della “terza era del low cost”.

La prima si manifestò all’inizio del secolo, a seguito di una forte richiesta di prezzi bassi in tutta Europa; la seconda sancì l’entrata delle compagnie più tradizionaliste in questo segmento, ed ora, che il consumatore medio è abituato a disporre di merci di qualità e biglietti aerei a prezzi competitivi, chiede qulacosa in più.

 

Nella zona low cost, tipica spagnola, è sempre più difficile essere competitivi in termini di estetica, qualità del prodotto, valore percepito. Da qui lo sforzo di imprenditori e investitori stranieri (ad es. la irlandese Ryanair, la svedese H&M, la tedesca Lidl, l’americana McDonald’s) nella ricerca di stimoli e ispirazione che riposizionino verso l’alto l’immagine di marca e che focalizzino la scelta del consumatore non più solo sulla convenienza del prezzo.

 

L’Italia, su questo fronte, è riconosciuta dai cugini spagnoli come la massima autorità in materia. Su questa solida base nasce uno spirito di emulazione sempre più forte che, nell’ultimo anno, ha catturato l’attenzione di molti imprenditori e investitori italiani che vedono sempre più nella Spagna il nuovo Eldorado.

 

Le aziende italiane che hanno scelto di investire in Spagna sono oggi numerose. Tra i big, che sono già quasi un migliaio, ricordiamo Generali, Menarini, Zambon, Angelini, Ferrero, Ermenegildo Zegna, Calzedonia, Campari, Geox, MaxMara, Banca Mediolanum, Luxottica, Prysmian, Panini, Gruppo Fininvest. Ma non dobbiamo dimenticare le numerosissime piccole e medie imprese italiane che hanno scelto di cavalcare questo momento particolarmente propizio aprendo filiali o costituendo nuove società in Spagna.

 

 

La verità è che il low cost fa ormai parte della nostra economia e della nostra società. Si è installato nella mentalità degli europei e sarà molto difficile che scompaia. Ma da solo non è più sufficiente. Il consumatore è più evoluto e la connotazione di “fashion victim” è ormai uno status consolidato generale. Le imprese italiane quindi hanno terreno fertile e non devono farsi scappare questa opportunità.